Ogni storia che si rispetti inizia sempre con un “c’era una volta” e anche questa, a modo suo, inizia così. Questa è una storia moderna però: la donzella intrappolata è in verità un demone, e il principe azzurro è in verità una docile signorina.
Ebbene.
C’era una volta un ragazzo solo, tormentato e sfuggente, rinchiuso in un grattacielo di mattoni e speranze alla ricerca di qualcuno che lo amasse davvero.
C’era una volta una ragazza timida, curiosa e intraprendente che in quel grattacielo ci lavorava, a modo suo, alla disperata ricerca di qualcuno che la notasse davvero.
Questa non è una storia d’amore, è una storia di sguardi e di parole, di sospiri e di attese, di momenti misurati nel tempo e nello spazio sotto il giudizio di tutto l’universo.
Ebbene.
È bastato uno sguardo, un rapido saluto e tutto iniziò nel più lento dei modi possibile. Lento e progressivo. Nei corridoi, nelle stanze, al fiume. Finché lui non venne liberato dalla sua torre, e lei rimase con la sua voce svanire nella mente.
Ebbene.
Due anni dopo, sotto il continuo controllo delle loro menti, i corpi si unirono nel tentativo di rincorrere il tempo, di sfogare i sogni, di placare il tormento. Se solo avessero imparato a spegnere la mente, a togliere il freno e a lasciarsi andare.
Rimpianti? Zero
Nostalgia? Mille