È strano, quando ti manca qualcuno. Spesso la sensazione ti assale quando meno te lo aspetti, mentre sei sul divano che guardi la TV o mentre mangi, mentre guidi o mentre stai studiando. Ti distrai un attimo, la mente vaga e ti ritrovi a pensare alla sua voce, ai suoi occhi, ai momenti in cui pensavi che saresti stata felice. È strano quando ti manca qualcuno. È involontario, capita. Il castello di carta che avevi costruito crolla, ogni volta la crepa è nello stesso punto. Sarà colpa del vento, pensi. O magari delle carte, del tavolo un po’ ballerino su cui poggiano. Più passa il tempo però, ti rendi conto che la colpa è del costruttore di quel castello. Il muratore, che impila le carte sempre allo stesso modo, e sempre allo stesso modo inclina il tavolo in modo che sempre nello stesso punto si formi una crepa. È strano quando ti manca qualcuno, perché la maggior parte delle volte è per colpa tua che se n’è andato.
Autore: ginnythecatlady



Desiderabile
Come si fa, a risultare desiderabili? Me lo sono sempre chiesta. In passato, non so perché, ma molti mi trovavano desiderabile, affascinante, da conoscere. Io non sapevo bene se era per qualcosa che avevo fatto, se era per il mio aspetto un po’ bizzarro – allora andava di moda essere emo e io, ragazzi, probabilmente lo sono ancora – o forse per il mio atteggiamento polemico, strafottente. Oggi invece è diverso. Oggi è più difficile risultare attraenti. Tanti stili diversi, persone diverse. Chi ha personalità e chi la prende in prestito senza chiedere, chi ha uno stile ben definito e “alla moda” e chi ha uno stile tutto suo, particolare. Essere o apparire? È la domanda del secolo, insieme a “ma quando partorisce la Ferragni?”. C’è chi dice che non c’è un’arte del corteggiamento, che più provi a risultare attraente e più sembri un disperato, un falso. E allora provi ad essere te stesso, ma le persone non hanno più pazienza di aspettare che i più riservati si aprano. Vogliono gli estroversi. Che poi, non sempre gli estroversi hanno davvero qualcosa da raccontare. Sii te stesso, ma non troppo. Sii riservato, ma non troppo. Sii estroverso, ma non troppo. Non troppo, ma anche sì. Che bello che sei, fragile. Che bello che sei, forte. Che bello che sei.
Quello strano
Nessuno vuole mai quello strano. Quello strano è imprevedibile, impulsivo, sfuggente. Tutti dichiarano di volere una persona strana, bizarra, unica, sconvolgente. Ma nessuno davvero vuole qualcuno di cui non può fidarsi pienamente, che un giorno c’è e il giorno dopo no, che sparisce anche per settimane e al suo ritorno nulla sembra cambiato, dal suo punto di vista. È un casino quando tu sei quello strano. Quando gli altri all’inizio così coinvolti dai tuoi racconti e dalle tue abitudini bizzarre, si appassionano a te. A poco a poco però, i tuoi racconti suscitano pietà e compassione, imbarazzo. Le tue abitudini bizzarre divetano difficili da gestire, insopportabili quasi. Così, a poco a poco, cominci a diventare troppo insistente o troppo assente, troppo impulsivo, troppo intenso, troppo distante. Troppo. Le persone perdono interesse in te, mentre tu con tutta la fatica del mondo ti sei affezionato a loro, loro che ti hanno fatto sentire importante, scelto nella tua stranezza. È davvero un dramma invece, quando quello strano si invaghisce di un altro strano. Due anime sfuggenti, intense, distanti. Spesso, quando tu sei disponibile e presente, l’altro è distante e viceversa. Raramente quello strano trova in un altro strano lo stesso tipo di stranezza. Alla fine, ti trovi di nuovo solo. Solo più di prima però, perché per ogni persona che si avvicina a te, per ogni fiducia che tu concedi sperando che sia ben riposta, ogni volta chi se ne va si porta via un pezzo di te, un pezzo di sicurezza. Resti solo, strano come sempre ma vuoto ogni volta di più. Ma tu te ne fotti e da bravo masochista, ricominci tutto da capo.